domenica 3 luglio 2022

Di guardia

Come al solito sono solo e quindi di guardia dal venerdì pomeriggio di ogni week end.
Le colleghe sono di riposo entrambe.
Oggi le emergenze sono tante, soprattutto in maternità.
Ricevo l’ennesima chiamata notturna dalla sala parto. Sono davvero stanco, ma cosa farci? Non posso delegare.
Mi vesto in fretta e furia senza neppure lavarmi la faccia, e mi precipito in ospedale. Corro in sala parto, nuovamente il punto nevralgico... ed infatti vedo Eunice tutta sudata che si affatica
attorno alla testa di un neonato che non ne vuol sapere di “uscire”.
Metto i guanti e sostituisco l’infermiera in questa manovra difficile e colma di tensione: il bimbo ha la spalla superiore “inchiodata” dietro il pube della mamma.
Sono gia’ passati minuti preziosi.

Mi tremano le gambe e sudo come un cavallo, non perche’ faccia caldo, ma per la tensione estrema. Goccioloni mi calano negli occhi e me li fanno bruciare rabbiosamente, ma ho i guanti insanguinati e non mi posso asciugare... altri rivoli di sudorazione piovono da entrambi i
miei gomiti.
Le gambe mi tremano e faccio fatica a stare in piedi.
Passano attimi lunghissimi...non so quanto tempo sia trascorso in realta’... a me e’ parsa un’eternita’!
Alla fine il feto viene partorito, ma e’ flaccido e cianotico. Non da’ segni di vita.
Le gambe continuano a tremarmi e le ginocchia sbattono l’una contro l’altra, mentre mi dirigo verso il lettino termico: iniziamo la rianimazione e pian piano questo bimbo si riprende. Dapprima qualche gasping, poi un respiro più regolare ed alla fine un pianto vigoroso.
Mi siedo un attimo e cerco di calmarmi: è stata dura, ma ha vinto la vita. Anche la mamma sta bene.
Prima di andarmene dalla maternità, Eunice mi chiede un’ecografia per una nuova paziente, appena arrivata ed ancora in abiti civili.
“Per evitare di chiamarti di nuovo tra poco”, dice la mia infermiera.
La donna spinge furiosamente ed in un attimo vediamo i piedini del feto spuntare dal canale del parto.
Ovviamente attiviamo il piano B: non ‘è più tempo per un’ecografia.
Cerchiamo il battito cardiaco fetale con il cardiotocografo, e questo fortunatamente è ottimo.
Ci sinceriamo che la donna sia a termine e che non sia una primipara.
Quindi ci prepariamo per l’assistenza ad un parto podalico.
La mamma, che ha due figli maschi a casa, ha contrazioni fortissime ed in un attimo anche il podice è fuori: già posso vedere che si tratta di una femminuccia.
Eseguo quindi meticolosamente tutti i passaggi per il parto podalico ed in pochi secondi mi trovo tra le mani una bimba rosea che piange con forza.
“Wow! Un altro bambino vivo! Speriamo che continui così fino alla fine della guardia!”

Fr Beppe Gaido


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