Vorrei iniziare il post di oggi con un pensiero spirituale del Dalai Lama, che dice piu’ o meno: ci sono solo due giorni della vita in cui non puoi fare niente per gli altri. Ieri e domani. Proprio per questo impegnati al massimo oggi nel servizio del prossimo.
Questo aforisma del buddismo tibetano mi aiuta sempre moltissimo ad alzarmi al mattino e ad affrontare i nuovi impegni, anche quando e’ dura e quando la giornata si presenta complicata ed estenuante.
Mi incoraggia pure a prendere decisioni radicali, che abbiano come fine l’aiuto del prossimo molto piu’ che l’autodifesa da eventuali problemi medico-legali.
Ed anche oggi abbiamo lavorato. Abbiamo spezzato e ricostruito ossa; abbiamo messo chiodi e placche e raddrizzato arti guariti in posture abnormi per mesi. Ci siamo presi cura delle ulcere e delle piaghe, e con gli innesti cutanei abbiamo tentato di guarire ferite che sono rimaste aperte per mesi ed anche anni.
La sala operatoria sembra in effetti una fucina, ed in essa si sentono rumori nuovi, come quelli della sega elettrica, del dermatomo, del trapano, del martello e scalpello... ma sovente riviviamo l’emozione di vedere che “gli storpi camminano” (titolo di un vecchio
cortometraggio su Tuuru).
Oggi poi sono molto contento con me stesso per un altro atto di coraggio. Un giovane paziente aveva una massa solida in epigastrio. In ecografia mi sembrava un grosso linfonodo paraortico, ed ho posto la diagnosi di possibile linfoma. La TAC addominale ha confermato le mie impressioni, ed anche le dimensioni della massa (circa 6 cm di diametro). Avrei voluto mandare il ragazzo direttamente dall’oncologo, ma suo papa’ ha insistito che facessimo qui almeno la biopsia. Essendo una massa profonda non mi sono fidato dell’agobiopsia che avrebbe potuto perforare delle anse intestinali. Ho fatto invece una laparatomia, ed ho trovato una formazione solida della parte antimesenterica del tenue. Mi e’ parsa benigna. Sono quindi riuscito a escinderla senza aprire l’intestino. Ho avuto tanta paura... ma il Signore ci ha di nuovo sostenuti e “ci ha tenuto una mano sulla testa”, permettendoci un intervento pulito e senza problemi. Non sto piu’ nella pelle mentre aspetto il padre per dirgli che probabilmente
l’operazione non e’ solo una biospia, ma una procedura radicale che portera’ il figlio alla guarigione.
Anche dopo la laparatomia ho pensato al Dalai Lama. Avrei potuto rifugiarmi nella paura, e forse nascondere cosi’ la mia vigliaccheria... invece, con un po’ di coraggio e temerarieta’, abbiamo pure oggi fatto del bene senza posticiparlo a domani.
Fr Beppe Gaido
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