Anche oggi, a tutte le ore, mamme e papà hanno bussato alla porta dell'ospedale. Portavano i loro piccoli dopo lunghi cammini a piedi o in bicicletta. Per una coppia di genitori è stato troppo tardi. La malaria aveva già cantato vittoria sul corpicino indifeso della loro Dorcas. Oggi è giunta anche una giovane donna.
Era stanca e sporca di terra. Stringeva al petto la sua bimba di pochi mesi ormai in coma per la malaria. Nel suo sguardo ho visto disperazione, paura e supplica fiduciosa di un miracolo.
In pochi minuti sono riuscito a trovare la giugulare per la trasfusione di sangue. Ero convinto che dopo quell'intervento la piccola si sarebbe ripresa. Invece non ce l’ ha fatta e Florah è andata in paradiso dopo le prime gocce di sangue infuso.
Il suo cuore era già scompensato e non ha saputo reagire, neppure quando il flusso vitale ha iniziato ad entrare nelle sue vene.
Ho avvertito un dolore infinito. Quella mamma ha abbracciato per l'ultima volta la figlia - gli occhi gonfi di dolore e il volto sconfitto.
Poi ha chiesto di andare a casa immediatamente anche se era notte, per ritornare dagli altri figli che ancora hanno bisogno della sua protezione... Per Florah ormai non c’era più molto da fare.
In mortuario abbiamo tre bambini di pochi mesi, una ragazza di nove anni deceduta per insufficienza cardiaca e una giovane di venti morta per HIV.
Sotto questo cielo la vita è davvero dura!
Oggi ho anche aiutato un giovane aggredito per strada da dei ladri che lo hanno accoltellato nella pancia.
Fortunatamente siamo riusciti ad assisterlo, perchè la lama si era infilata tra i muscoli, entrando quasi parallelamente all’addome, e non riuscendo quindi ad intaccare gli organi interni.
Questo ragazzo era spaventato come un pulcino, ma ora riposa tranquillo in un letto dell’ospedale; dopo l’ecografia di controllo mi ha detto una cosa molto tenera: “Che Dio ti conceda molti anni e tutte le benedizioni che desideri per l’aiuto che mi hai donato oggi” . E’ raro sentire il grazie dei malati, ma questa frase oggi mi ha ripagato di tutto.
Oggi è giovedì santo, ed inizia il triduo pasquale: sono riuscito ad andare alla messa e, come sempre, mi sono commosso alla lavanda dei piedi. Ho raccolto il comando di Gesù che mi diceva: “Se Io, il Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l’un l’altro”..
La giornata è stata molto intensa e per certi versi convulsa. Ma mentre trascino le gambe per andare a letto, il mio cuore è colmo di gioia: anche oggi abbiamo donato la vita; non ci siamo risparmiati ed abbiamo portato a compimento la nostra missione di fare tutto quello che potevamo, finchè ne abbiamo avuto la forza.
In pratica abbiamo obbedito al comando di Gesù.
Fr Beppe Gaido
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