La chiamata notturna di ieri è stata nuovamente diversa.
Una ferita causata da una forte pangata (o colpo di machete) sulla fronte di un adolescente di 16 anni.
Erano le 23.
Il paziente sanguinava tremendamente: sangue arterioso che zampillava lontanissimo.
Io ero molto stanco ed ho deciso di dedicarmi soprattutto all’arresto dell’emorragia.
Stamattina poi in sala ho suturato la ferita in strati e con attenzione estetica, in modo da non lasciare una brutta cicatrice.
Quando passo ore ed ore in sala a riparare i danni della panga, sempre mi viene in mente il Rwanda... e mi chiedo che cosa deve essere stato lavorare in ospedale nei cento giorni di pazzia collettiva del famigerato genocidio.
Offendere, assalire, ferire e fratturare è davvero molto facile e richiede solo un momento di furia e di in sanità mentale.
Riparare i danni della panga in sala richiede molte ore di paziente lavoro, e spessissimo comunque non si riesce a riportare il paziente alla "restitutio ad integrum"
E' il mistero della malvagità umana di cui un medico fa frequentemente esperienza diretta.
Fr Beppe
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