sabato 23 ottobre 2021

Il ricco Epulone e il povero Lazzaro

Ho appena riletto la stupenda parabola del mangione ricco ed egoista che non si prende cura di Lazzaro, povero e malato (Lc 16,19-31).
E’ un brano che ha colpito il mio cuore e la mia fantasia fin dalla mia piu’ tenera eta’.
Il suo insegnamento e’ chiaro e diretto, e, se lo mettessimo in pratica, gia’ avremmo un biglietto in prima classe, sullo shuttle che ci porterebbe in Paradiso.
Emotivamente abbiamo sempre provato ribrezzo per il riccone che non si accorge del poveraccio che sta ai piedi del suo tavolo.
Forse ci siamo quasi rallegrati del fatto che gli sia venuto un coccolone (magari dovuto all’ipercolesterolemia), e ci siamo chiesti come sia possibile che un ricco possa diventare cosi’ insensibile... piu’ del suo cane che almeno non abbaiava o morsicava Lazzaro, ma gli leccava le ferite.
Non ci siamo abitualmente identificati neppure con Lazzaro perche’ fortunatamente non siamo poi cosi’ poveri, anche quando continuiamo a lamentarci di tutto.


Pero’ ci siamo eretti a giudici alteri di quel Paperon de’ Paperoni epicureo ed egoista: “Noi non avremmo certo fatto come lui! Ci saremmo accorti del mendicante che era cosi’ consueto alla nostra porta da guadagnarsi addirittura l’amicizia del nostro cane”.
Ma oggi, durante la meditazione, il Signore mi ha proposto un altro angolo visuale, e mi ha fatto capire quanto anche io spesso possa essere un “ricco epulone”.
Ho pensato infatti a tutte le volte in cui mi sono arroccato sulle mie posizioni di potere.
Il potere: l’unico vero peccato che distrugge il mondo, secondo Fratel Carlo Carretto di venerata memoria.
Tutti ci scherniamo e diciamo di non averne, ma, consciamente o inconsciamente, lo cerchiamo con affanno e ingordigia.
E non mi riferisco solo al potere dei dittatori, dei politici o dei grandi uomini di finanza; non e’ neppure necessario che andiamo a disturbare i boss dei clan mafiosi o della criminalita’ organizzata.
Quante volte ho detto con orgoglio: “io sono il responsabile di questo o quello”... qui da noi si dice ‘in-charge’.
E quante volte questa posizione di responsabilita’ mi ha dato quel vago sapore di potenza, che ufficialmente “casso”, ma inconsciamente coltivo.
Ripenso ora ad un altro saggio, ormai passato a miglior vita, che spesso affermava che “il potere e’ quella croce da cui nessuno vuole scendere”, ed ancora “il potere logora... quelli che non ce l’hanno!”
Dico sovente parole taglienti ai miei collaboratori; umilio i miei sottoposti, con la scusa che e’ mio dovere di ufficio intervenire, che devo aiutare gli altri a svolgere le loro mansioni e a condurre la loro vita in maniera coerente.
“Homo homini lupus”, sentenziava la saggezza romana... ed e’ vero ancora oggi; soprattutto e’ vero per me.
Non sono piu’ nella posizione del ricco epulone che fa morire di fame Lazzaro, ma sono un epulone moderno, che si nutre dei suoi piccoli privilegi, delle sue ingannevoli posizioni di autorita’ per far  mancare agli altri quella comprensione, quel sostegno, quella fraternita’ vera, quel senso di eguaglianza, quella percezione di essere apprezzati, di cui oggi si ha piu’ fame che in passato.
Ed anche a me, mangione di effimeri poteri, ingordo di privilegi da far pesare sugli altri, bulimico di piccole umiliazioni da infliggere al prossimo per sentirmi qualcuno... un giorno, nel seno di Abramo, capitera’ di guardare in alto e di constatare che quelle persone che ho disprezzato in questa vita sono molto piu’ in alto di me... che tra me e loro c’e’ un abisso che non puo’ piu’ essere colmato; che i miei errori non hanno piu’ possibilita’ di ammenda.
Anche a me capitera’ forse che Abramo dira’: “hai gia’ avuto tutte le tue piccole soddisfazioni; quelle che ti sei preso dal tuo scranno di potere, piccolo o grande che sia. Lazzaro invece, cioe’ tutti quei poveracci che hai umiliato con la tua tracotanza vestita da agnello,
non e’ mai stato esaltato in terra. E’ giusto che lo sia ora”.
Ecco il mio esame di coscienza ad alta voce. Piu’ siamo in alto e piu’ abbiamo la tentazione di colpire chi sta in basso, anche perche’ sovente chi sta sotto non ha un’arma potente a sufficienza per colpirci.
Dobbiamo quindi smetterla... o forse e’ meglio che parli al singolare, perche’ la meditazione riguarda soltanto me. Devo smetterla di stupirmi del comportamento del ricco epulone: e’ verissimo che non ho una villa a Montecarlo, e neppure giro in Ferrari, ma le ricchezze che possono rovinare la mia anima sono iscritte nel mio cuore, e si chiamano superbia e presunzione.
Sono ricco di me, e questo puo’ essere uno dei tanti modi in cui potrei finire a bruciare insieme al ricco epulone. E sono cosi’ stupido nella mia perseveranza in tali atteggiamenti da non accorgermi neppure che, umiliando, ferendo e facendo soffrire, io non trovo pace o gioia neanche in questi quattro giorni che ancora ci rimane da vivere in questo mondo. E’ vero che il potere logora... e per esperienza posso dire che consuma anche la gioia di chi di esso si vorrebbe nutrire.

Fr Beppe Gaido

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