martedì 26 ottobre 2021

Camminando al tramonto

Il sole scende lento. Lo guardo rosso acceso sopra le chiome degli alberi mentre cammino veloce. Voglio vedere il tramonto, ma a Matiri non è facile perchè il sole cala dietro alla collina che si trova proprio a ridosso dell’ospedale. Devo raggiungere la sommità del monte in pochi minuti; se no i miei sforzi saranno vani, in quanto all’ equatore il passaggio tra la notte ed il giorno è molto rapido. 
Il sentiero si inerpica ripido, un venticello leggero fa ondulare le fronde degli alberi. E’ rilassante camminare e sudare liberi, dopo una giornata intensa di lavoro in ospedale. "Muga! Mugheni! Jambo! Kwa heri!": 
La gente, che ritorna alle proprie casette, mi saluta sorridendo: ormai tutti conoscono il medico bianco di Matiri. Sono contento di questa passeggiata.
Il cielo è ora infiammato di un rosso vivo che dà una tonalità di colori molto particolare alla natura che si prepara a riposare. 
Il cancello dell'ospedale è ora piuttosto lontano, ma posso ancora vederlo dall’alto, piccolo come se fosse un plastico. 


Si sente il suono delle campane della parrocchia. I pendii delle colline sono già in ombra, le baracche dei venditori chiuse, solo qualche luce balena lontano nella campagna.
Quello che è più affascinante è che oggi, mentre il sole va a nanna, già vedo la luna salire sulle colline che imbruniscono. 
Guardo verso oriente e scorgo degli alberi alti e dei boschetti fitti e poi, lontano, la cima di colline azzurre, che si perdono nel cielo della sera: “sono le colline di Embu”, penso ad alta voce. I miei occhi non si staccavano dai bambini, che mi hanno seguiti con curiosità fino alla cima. 
Ci sono molte lucciole in questa stagione: ci passano davanti e scompaiono come puntini luminosi tra i poveri arbusti quasi secchi.
Il mio sguardo vaga sulla savana contemplando paesaggi che già stanno per essere avvolti dalle tenebre. Dolci colline, valli con pochi alberi bassi e qualche baobab, altipiani brulli, alberi di tamarindo, macchie spinose, vaste pianure appena ondulate, vulcani spenti e ampie radure. Il cielo limpido della giovane notte è solcato da nubi bianche spinte dal vento.
Ma ora è troppo tardi: “Purtroppo devo tornare di corsa; altrimenti non ci vedrò più nulla, ed ho anche dimenticato di portarmi la torcia”

Fr Beppe




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