martedì 17 agosto 2021

Lamentazioni e tristezza di fondo

Sono passate le 22 quando auguri la buona notte agli infermieri in turno e dici loro: “speriamo di non rivederci stanotte per un’emergenza!”
Sei già sulla porta per lasciare il reparto quando ti approccia una donna poco cortese che con toni un po’ arroganti ti dice che lei è stufa di aspettare e che è stata in ospedale 3 giorni senza essere operata.
Tenti di stare calmo e le fai presente che stiamo facendo del nostro meglio e che anche oggi gli interventi sono stati tanti.
Lei non ne vuol sapere e continua ad infierire; non c’è null’altro da fare che capitolare: “va bene, vedremo di metterti nella lista di domani, anche se gli operandi sono già molti e non si sa mai cosa succederà con le emergenze”.


Vai a letto triste. Ti sei alzato alle 5 per non lasciar morire una donna in sala parto, e poi non hai più avuto un singolo momento per te. Hai servito decine e decine di persone: alla fine della giornata però non ricevi un grazie, ma ancora lamentazioni e recriminazioni.
Nessuno (o quasi) capisce il tuo ritmo di lavoro e lo sforzo di dedizione che ci metti sette giorni alla settimana, di giorno e di notte. Tutti (o quasi) sono concentrati sul loro piccolo punto di
vista e sul loro angusto angolo visuale.
Normalmente la gente non ha il quadro generale della situazione e poco le interessa della tua stanchezza.
Fortunatamente comunque la fede ti dice che Dio vede e che “neppure un bicchiere d’acqua dato per amore sarà dimenticato”.

Fr Beppe



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