giovedì 26 agosto 2021

La mia idea di medico

La mia idea di medico.
Ho sempre creduto che la professione medica sia soprattutto una chiamata, una vocazione.
Penso che il medico sia prima di tutto chiamato a lottare sempre per la vita. Questo e’ il concetto base del giuramento di Ippocrate, ma credo importante che ce lo ripetiamo quotidianamente per non dimenticarcelo.
Lottare per la vita e’ la nostra priorita’, e la nostra caratteristica principale come medici.
E’ vero che tante volte il nostro servizio alla salute ed alla vita incontra invece la morte, ed e’ altrettanto vero che talvolta la mort e’ piu’ potente di tutti i nostri sforzi; cionondimeno il nostro impegno e’ sempre quello di salvare, di far star meglio, di guarire.
Quante volte, anche recentemente, i miei sforzi hanno avuto come esito la morte del malato!
Quello che conta, e cio’ che rende il mio operato etico, e’ comunque il fatto che il mio tentativo e’ sempre stato quello di salvare la vita. 


Anche recentemente una lunga operazione fatta per salvare un persona accoltellata all’addome e’ risultata nella morte dell’operato poche ore dopo essere uscito dalla sala. Ma cio’ che mi rende moralmente tranquillo e’ il fatto che nell’intervento noi abbiamo tentato il tutto e per tutto per salvare quel paziente.
Quell’uomo e’ morto infatti per le pugnalate del facinoroso, e non a motivo dell’operazione fatta da noi.
Nella mia concezione etica, considerato il fatto che il malato non aveva soldi e non avrebbe potuto rivolgersi ad un altro ospedale, sarebbe stato immorale non fare nulla e lasciare che l’emorragia interna lo uccidesse senza un disperato tentativo di salvarlo. Sarebbe stato sbagliato astenersi per paura che qualcosa potesse andar male semplicemente per coprirsi le spalle.

“Primum non nocere” dice ancora Ippocrate (460-335 a.C.). Anche questo e’ un principio ispiratore importantissimo per me. Se da una parte devo fare di tutto per salvare e conservare la vita del malato, dall’altra devo evitare azioni temerarie che possano inutilmente mettere a repentaglio la vita di qualcuno. Devo fare le cose che son capace di fare con perizia, e non cedere alla tentazione  dell’imprudenza. Questo vale per esempio anche per interventi rischiosi e inutili su pazienti terminali, sui quali l’azione medica non ha alcun significato in termini di sopravvivenza e di qualita’ di vita.
Da questo punto di vista la medicina palliativa e’ una scelta piu’ etica rispetto ad un intervento gia’ ritenuto inutile ancor prima di iniziarlo. Il medico che serve infatti non fa mai alcunche’ per pura accademia, perche’ lo scopo della sua vita non e’ la scienza, ne’ tantomeno il “farsi vedere”, ma il malato che ha davanti.
Inoltre io penso al medico come ad un servitore dell’umanita’, e quindi penso alla sua vita come completamente donata, ventiquattr’ore al giorno. Ecco quindi che la dedizione ed il sacrificio sono certamente parte integrante del mio ideale di medicina.

Fr Beppe



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