Siamo stremati perchè da stamattina alle 8 il flusso di pazienti non si ferma. Abbiamo operato tanto e stiamo ora finendo una frattura di femore piuttosto complessa in un ragazzino di quattordici anni caduto da un albero di mango.
Sono quasi le 14 e l'operazione è a buon punto.
Ho chiuso muscolo e fascia dopo la fissazione interna dell'osso.
Mancano solo il sottocute e la cute.
Ecco però che arriva la notizia che mi rovina il pranzo: "distress fetale. Condizioni fetali pessime e situazione della madre molto precaria perchè si tratta di emorragia ante-partum".
Decido di lasciar finire l'intervento ortopedico allo staff infermieristico. Io corro per l'emergenza ostetrica.
Ci mettiamo meno di sessanta secondi ad entrare in "sala operatoria piccola". In pochissimi minuti estraiamo il piccolo... che però non dà segni di vita.
“Il battito cardiaco c’è”, urla Naaman.
L’anestesista lo rianima a lungo: dapprima compare qualche gasping, poi il respiro si fa via via più regolare ed alla fine, con grande piacere, sentiamo il primo pianto del piccolo.
Ora che siamo certi che il bambino ce l’ha fatta, cerchiamo di fare le cose bene anche per la mamma, ed il cesareo finisce apparentemente senza problemi.
Ma, uscito di sala, mi rendo conto che Peter e Migambi hanno già terminato la pausa pranzo e stanno portando in "sala operatoria grande" la paziente della cisti ovarica: "Datemi solo cinque minuti. Devo mangiare qualcosa, se no crollo in sala per ipoglicemia"
E così la giornata di oggi continua caotica e convulsa fino oltre alle 18.30.
Siamo tutti stanchissimi, mentre finiamo l'ultimo intervento, ma ecco che arriva la nuova complicanza: una gravidanza extrauterina con emoperitoneo. Non ci si può fermare. Operiamo e suturiamo. Mettiamo ossitocina e trasfondiamo... ed intanto arrivano le ore 20, e davvero stasera non riesco neppure più a camminare.
Fr Beppe
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