Anche oggi ho finito di operare alle 19.30, con un ritmo serrato e non stop.
Ho avuto casi molto difficili, spesso decisamente faticosi. Interventi lunghi in cui anche dovevamo applicare forza fisica non indifferente per la riduzione delle fratture.
L'ultimo caso è stato un politrauma in una vecchietta che era stata investita da un motociclo ed aveva riportato fratture multiple.
L'abbiamo operata in anestesia generale: tre lunghe ore di lavoro e concentrazione, ma tutto è andato bene e la paziente si è svegliata abbastanza in fretta.
Stanotte sono di guardia, e nel mio giro serale sono andato a far visita alla nonnina ormai abbastanza sveglia anche se ancora leggermente confusa.
Inaspettatamente, mentre la visitavo, mi ha preso la mano con l'unico arto non fratturato, ha accarezzato il palmo, e poi ha detto con candore: "si vede che queste sono mani che non hanno mai lavorato. Non sono mani di contadino. Certamente non usi la zappa".
Non ho risposto, sia per non fare polemiche, e sia perchè forse la paziente ha ancora qualche fumo di anestetico nel cervello.
Non ho i calli sulle mani, questo è vero.
Ma la vita in sala, le decisioni difficili da prendere sempre da solo, le sconfitte ed il continuo contatto con la sofferenza e con la morte, i calli me li hanno fatti venire sul cuore.
Alla sera sono stanchissimo e non ce la faccio quasi neppure a parlare, sono tormentato dai sensi di colpa per quanto non è andato bene, e so che il cicalino mi può svegliare in ogni momento.
Non ho i calli sulle mani, ma nella mia vita ho davvero lavorato.
PS: nella foto vedete viti ortopediche appena acquistate con le generose donazioni di alcuni donatori. Lo scatolone è piccolo, ma il valore contenuto è di 1000 euro, Grazie
Fr Beppe
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il commento.