Il paziente arriva subito dopo la messa.
Urla di dolori addominali ed è piegato in due dal male.
Non puoi sfiorargli l’addome senza procurargli una sofferenza lancinante. Dice che la sintomatologia è iniziata la notte precedente, ma che da tre giorni non andava di corpo.
L’ecografia dimostra una modesta raccolta di fluido, soprattutto nel Douglas, con una gruppo di anse dilatate e prive di peristalsi in fossa iliaca destra.
L’emocromo indica la presenza di leucocitosi e ci sprona ad entrare subito in sala.
Appena inciso l’addome, ci rendiamo conto di una banda di aderenza che dall’ombelico si dirige verso il peritoneo posteriore.
Essa fa da perno attorno al quale si è formato un volvolo: purtroppo quello che ci si presenta è un gomitolo di anse di color granata e completamente necrotiche.
Tagliamo immediatamente l’aderenza e cerchiamo di fare degli impacchi di fisiologica tiepida sull’intestino necrotizzato, nella vaga speranza di poterlo rianimare: purtroppo non ci sono segni di ripresa e bisogna procedere alla resezione.
Trattandosi di un volvolo dell’ultima ansa ileale, mobilizziamo il cieco e lo asportiamo insieme a circa venti centimetri di tenue.
Procediamo quindi ad anastomosi ileo-colica sulla flessura epatica.
Nonostante il fatto che alla domenica siamo sotto-staff, siamo calmi e rilassati, e lavoriamo con serenità, portando a termine l’intervento in circa due ore e mezza.
E’ stata un’operazione pulita in quanto siamo arrivati prima che si formassero perforazioni intestinali e spandimento di materiale fecale in peritoneo.
Inutile dire che siamo molto contenti per il nostro malato ed anche perchè siamo stati capaci di rispondere tempestivamente pure a questa difficile emergenza domenicale.
Come non pensare che stiamo davvero crescendo come ospedale e che le nostre competenze si dilatano sempre di più!
Grazie a tutti coloro che ci hanno formato con pazienza e ci hanno condotti fino dove oggi siamo arrivati.
Fr Beppe
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