lunedì 22 febbraio 2021

Jackline ha nove mesi e già la conoscevamo perchè un mese fa l’avevamo ricoverata per un grosso prolasso del retto. Avevamo allora decisoper un intervento di minima, ed avevamo eseguito il cerchiaggioperianale secondo Thiersch.
Sembrava che andasse tutto bene e l’avevamo dimessa, pensandola guarita. Questa mattina però è stata riportata in ospedale dai genitori; il prolasso era recidivato, ed era enorme: più di venti centimetri di intestino violaceo sporgeva dalle natiche della povera
bambina che appariva disidratata ed in condizioni scadenti.
Per prima cosa abbiamo fatto passare alcune ore in cui abbiamo cercato di stabilizzare le condizione emodinamiche della piccola con fluidi endovena.
Siamo entrati in sala al pomeriggio alle ore 15, sotto un temporale fuori stagione che, scaraventando acqua contro il tetto della sala, ci impediva quasi di sentirci mentre parlavamo.


Il quadro che abbiamo trovato all’apertura dell’addome è stato estremamente complesso: quello che procideva dall’ano non era infatti il retto ma una enorme intussuscezione.
La prima ad invaginarsi era stata la valvola ileocecale che era risalita nel colon ascendente; poi si era formata una invaginazione ncolo-colica fino all’esterno.
La devaginazione è stata lunga ed estenuante, ma è risultata possibile al 99%. L’unica parte che non si è riusciti a devaginare era proprio in corrispondenza della valvola ileo-cecale.
Il quadro antomico della piccola, dopo la riduzione manuale dell’intussuscezone, risultava ancor più complesso a motivo del fatto che ci siamo resi conto della presenza di una malrotazione dell’intestino, con presenza del cieco in ipocondrio destro.
La decisione è stata quella di eseguire una anastomosi ileo-colica sul trasverso, in modo da resecare la parte che non si riusciva a devaginare. Le anastomosi sono sempre molto lunghe, perchè non abbiamo le suturatrici automatiche, ma con pazienza certosina siamo riusciti a fare un buon lavoro.
L’anastomosi per altro ha in qualche modo accorciato il colon ed ha creato rapporti anatomici molto più vicini alla normalità: l’anastomosi è andata a porsi quasi spontaneamente in fossa iliaca destra e ciò ha accorciato il sigma-retto, rendendo la sospensione al sacro inutile e forse dannosa.
L’operazione si è conclusa alle 19.30.
Tutti eravamo strafelici nel vedere che il prolasso era ridotto e che la bambina aveva sopportato bene la lunga anestesia generale. In un momento di ilarità rilassata, dopo aver suturato la cute di quel piccolo addome, ho misurato il corpicino di Jackline con una spanna della mia mano: ebbene Jackline aveva un tronco più corto della mia mano:
“Ho le mani troppo grosse per la chirurgia pediatrica”, ho detto allo staff, sorridendo.
“Già, però la bambina è viva”, qualcuno ha ribattuto.
Jackline è al momento stabile. L’abbiamo trasfusa in sala, e poco fa aveva 13 grammi di emoglobina.

Fr Beppe



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