venerdì 29 gennaio 2021

Io e la natura

Quando ti alzi al mattino alle sei, ed i tuoi occhi sono invasi dalla meraviglia dell'alba, la giornata certamente ti sorride e ti entusiasma. 
Un'alba africana riempie il cuore e ti da' la forza per andare iincontro al tuo giorno, comunque esso si presenti.
Quando poi, quasi a mezzanotte, con il fisico a pezzi cerchi di raggiungere camera tua per trovare un po' di ristoro nel sonno, e' ancora il cielo ad aprirti il cuore ed a mozzarti il fiato: a volte e' la stellata meravigliosa di una notte senza luna, ed altre volte e' la luna piena ad incantarti e ad inchiodarti con il naso in su per vari minuti di pura contemplazione.
La natura placa il cuore e riempie l'anima: in qualche modo la natura sa lenire le ferite che la giornata ti ha inflitto. 
Contemplando l'alba o fantasticando davanti alla luna piena, offri a Dio le tue  sconfitte ed i tuoi successi. 


Ripensi con una certa pace nel cuore a tutte le battaglie che hai dovuto sostenere durante il giorno: vai con il pensiero a quella donna gia' operata e che speri di non dover  riaprire a motivo di briglie aderenziali; rivivi tutte le fasi di quel mega-intervento per carcinoma del retto che speri proprio sia andato bene dopo sei ore di lavoro. 
Guardi il cielo ed offri a Dio quei due giovani in condizioni disperate: la sedicenne con il carcinoma del pancreas che continua ad avere ematemesi dopo l'intervento di derivazione biliare e per la quale non sai piu' cosa fare; il ragazzino con la perforazione intestinale da tifo i cui i visceri erano ridotti ad una matassa informe ed arrossata ed a cui abbiamo dovuto fare una ileostomia alla cute, perche' l'intestino non era suturabile- ce la fara quel poveretto? sopravviverà?-; il diciottenne che oggi abbiamo operato per una perforazione di ulcera duodenale; i carcinomi del colon inoperabili a cui abbiamo fatto interventi solo palliativi ed a cui non abbiamo ancora trovato il tempo - o forse il coraggio - di dire la verita'; poi il bambino denutrito e malato di leucemia; il feto gia' morto nel ventre materno che abbiamo dovuto estrarre per salvare la vita della mamma. 
Quante storie e quante persone ti passano davanti in quegli attimi magici in cui sei come incantato davanti al sole che nasce od alla luna padrona della notte; quanti rimorsi per le cose che avresti voluto fare diversamente o meglio; quanti ripensamenti sulle decisioni prese; quanti sensi colpa per i no detti quando non ce la facevi piu'. Eppure, nella contemplazione di questa natura stupenda viene anche fuori quella calma che ti fa dire: - ho fatto quello che ho potuto ed ho dato il meglio... cosi' come ne sono stato capace.
Leopardi diceva: "che fai tu luna in ciel?"
Io lo so cosa fa: ci scalda il cuore e ci dona la pace anche dopo la giornata piu' terribile.

Fr Beppe



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