venerdì 9 ottobre 2020

Come una marea montante

Oggi è stata la tipica giornata mozzafiato in cui alle 8 ero già in maternità a visitare possibili complicazioni con necessità di cesareo, prima di iniziare in sala..
La lista operatoria, insaporita da un cesareo e due corpi estranei da togliere dalle orecchie di due bambini, è stata particolarmente pesante.
Oggi ho fatto solo fratture, ma erano pazienti difficili, con pluritraumi. Sono stati interventi pesanti anche fisicamente, lunghi ed estenuanti.
Un caso è stato anestesiologicamente complesso in quanto una donna, oltre alla frattura di omero, aveva anche uno scompenso cardiaco ed una cardiomiopatia dilatativa. durante l'intervento la tensione emotiva è stata altissima, fino al momento del risveglio.
Ma tutti sono operati e svegli.


Quello che ogni giorno mi massacra poi è il numero crescente di pazienti ambulatoriali che richiedono la mia presenza, il mio ascolto e le mie terapie. Sono pazienti esigenti che mi prosciugano le forze, soprattutto perchè li vedo tra un intervento e l'altro.
Vengono per me e non vogliono neppure la dottoressa Apophie.
L'altro aspetto psicologicamente pesante è quello di non stare dietro al numero di nuovi ricoveri chirurgici, e particolarmente ortopedici.
Oggi ho operato cinque fratture, ma ne sono arrivate 15: tutti hanno male, tutti vogliono essere operati subito, ma io non so come fare.
Domani opero una prostata, ma ne ho in reparto altre due.
Sono le 22 ed in ambulatorio ci sono altre due fratture da ricoverare.
i parenti mi dicono di operare subito, ma a a me viene da piangere. La lista di domani è piena (cinque grossi interventi). Domenica riuscirò a fare solo un'operazione perchè mi manca il personale.
E quindi i pazienti aspetteranno, con il loro dolore e con le loro fratture.
Mi sento felice che la gente venga da me, anche da molto lontano, ma a volte mi pare di non avere personale abbastanza per servirli come loro desidererebbero e come sarebbe giusto.
Inutile sottolineare che non sono una macchina e che quindi anche io non posso operare notte e giorno. La stanchezza è tanta.
Come sempre, faccio quello che posso, pensando che AD IMPOSSIBILIA NEMO TENETUR.
E poi abbandono tutto a Dio che mi darà la forza di continuare.

Fr Beppe


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