giovedì 7 maggio 2020

Il linguaggio dei gesti

Sono arrivati da Marsabit, portandomi la figlia diciottenne.
Nessuno di loro parla Kiswahili, ma solo il Rendille.
La ragazza ha una grossa massa al seno di destra: considerato che ha solo diciotto anni, speriamo che non sia maligna, ma è in effetti così grossa che l'istologico lo faremo per sicurezza.
In qualche modo riusciamo a comunicare con questi genitori: il linguaggio dei gesti è quello che ci aiuta di più.
Decidiamo che la mamma sarà ricoverata insieme alla sua ragazza per aiutarla nel post-operatorio, mentre il papà (che qualche parola di Kiswahili la conosce) dormirà in un albergetto vicino all'ospedale, in caso avessimo bisogno di lui per comunicare con le sue donne.
Prepariamo la ragazza per l'intervento.
E' un peccato doverle chiedere di sacrificare le collane che ha al collo: sappiamo infatti che per una donna Rendille queste collane rappresentano molto, che ogni anno se ne aggiunge un giro e che non si devono togliere per tutta la vita. 
Ma la loro dimensione ed il fatto che in effetti sono impolverate e sporche, controindicano in modo assoluto di lasciargliele al collo durante l'intervento in sala.
Programmiamo un'operazione di tipo conservativo, in cui rimuovere il tumore e lasciare quanta più mammella possibile, in modo da non creare deturpazioni estetiche troppo gravi in una giovane donna da poco sposata.
Credo che poi alla fine ci siamo riusciti piuttosto bene, ed il risultato estetico finale ci pare decisamente buono.


Uscito dalla sala, a gesti cerco di comunicare ai genitori che è andato tutto bene: essi capiscono il mio messaggio soprattutto vedendomi sorridente e rilassato. Non credo abbiamo compreso una sola parola di ciò che ho detto loro.
La mamma, a cui invece abbiamo lasciato sia il girocollo che tutti i braccialetti e le cavigliere, sorride contenta, nella divisa ospedaliera che addosso un po' le stona.
Anche il padre è veramente sollevato; non so se mi capisce, ma mi ripete sempre la stessa parola Kiswahili: "rafiki, rafiki" (amico, amico).
Forse è un modo per dirmi grazie.

PS: nella fato in sala, rilassati dopo l’intervento riuscito, con gratitudine indossiamo le mascherine confezionate e donateci da Donatella Crispino (arrivate con corriere da Malindi).

Fr Beppe


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