Oggi è il sabato santo, una giornata di attesa e silenzio, in cui ci prepariamo al grande evento della resurrezione di Cristo.
Cerchiamo di pregare e di rimanere in comunione con le sofferenze di Gesù... ma i malati ci sono ed in questi giorni non sanno dove andare per avere assistenza in quanto sono giorni comunque di vacanza.
Quello che sanno comunque è che un ospedale missionario è sempre aperto e disponibile al servizio.
Anche oggi infatti abbiamo avuto pazienti e la sala è stata molto pesante: credo che la costanza delle prestazioni e la fedeltà nell'essere disponibili ventiquattr'ore al giorno per sette giorni alla settimana sia da sempre la forza di un ospedale ed anche un po' la sua "maledizione".
"Forza": perchè ci rende punto di riferimento sicuro a cui la gente guarda con fiducia.
"Maledizione" (per modo di dire): perchè non ci sono più riposi, nè giorni festivi; la gente viene sempre e comunque, di giorno e di notte; nei giorni feriali e festivi.
Oggi per esempio abbiamo operato fratture e fatto innesti cutanei con l’aiuto della dottoressa Apophie.
Oggi si è anche concluso un incubo che durava da tre giorni: avevamo un malato in isolamento con sospetto di COVID 19. Questa sera è arrivato il risultato, fortunatamente negativo.
Il personale era tutto fuori di testa perchè non abbiamo maschere a sufficienza e trovare chi lo assistesse in camera di isolamento era davvero difficile.
Ora tiriamo un sospiro di sollievo...fino al prossomo caso sospetto.
Sono tornato in sala per una frattura esposta alle 22, ed ho finito quasi alle 23.
Anche qui le celebrazioni sono sospese anche se abbiamo pregato in casa con Padre Emilio prima dell’ultima emergenza.
L'altra cosa che mi ha colpito molto oggi è il numero di bambini che abbiamo ricoverato: una vera fiumana. Sono arrivati continuamente, ed anche ora continuano ad essere ricoverati. La pediatria scoppia e siamo in piena ripresa dell'epidemia malarica.
Per me il triduo pasquale è sempre strano: lo aspetto tanto; ne sento il richiamo; vorrei pregare a lungo, stare in adorazione silenziosa... e poi mi trovo sempre ingolfato dal lavoro e dalle emergenze e faccio di solito molto poco dal punto di vista spirituale.
Ma questa è la mia Pasqua, il mio modo di "santificare le feste":
pregare come riesco e per quanto le emergenze me lo consentono, e poi impegnarmi a fondo per i malati che hanno bisogno del mio aiuto.
A volte vorrei essere in chiesa e non in ospedale, soprattutto a Pasqua; poi, come oggi, capita che un bimbo pretermine muoia prima che io riesca a visitarlo... ed allora mi sento in crisi e dico a me stesso che in ospedale ci dovrei stare anche di più.
Ma queste sono le tensioni ed i patemi d'animo della mia vita.
Ora vi porgo i miei migliori auguri di Buona e Santa
Pasqua.
Fr Beppe
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