Mi ricollego idealmente ai post degli ultimi due giorni, solo per sottolineare che la dedizione totale, in sè bellissima, è anche a volte molto dura da vivere nel quotidiano, come quando capita che di notte ti chiamano per cesarei ed urgenze varie.
Hai lavorato tutto il giorno e la chiamata arriva alle 23, quando vorresti chiudere la giornata e riposare. Invece la dedizione totale ai bisognosi ti chiede di farti forza e di aiutare le persone che hanno bisogno di te.
Vai a letto dopo le due e mezza di notte e poi ti chiamano nuovamente per un addome acuto alle 4.30.
Sei l’unico che può operare, e quindi lo devi fare, anche se sei esausto, perchè salvare una vita è un atto divino: sai che quella persona potrebbe morire se dicessi di no.
Certo non è facile rimanere concentrati e lucidi in situazioni così estreme.
L’addome acuto di oggi era infatti tremendo (volvolo con estesa necrosi intestinale); la persona è arrivata in ritardo e non potevi dirle di essere stanco, sapendo che ulteriori posticipi potrebbero essere letali.
A metà dell’intervento ero così stanco e spaventato che non sapevo più cosa fare. A Matiri non ho nessuno a cui chiedere consigli...
Ma ho trovato telefonicamente il Dr Nyaga che è un grandissimo amico oltre che un chirurgo spettacolare: lui mi ha dato le indicazioni che mi servivano (l’anestesista teneva il telefono in viva voce), e mi ha permesso di uscire dal momento di “black out mentale” e di concludere l’operazione.
Stasera sono a pezzi e devo ammettere che è dura vivere la dedizione totale; ma allo stesso tempo ci credo profondamente...e stanotte spero che non mi chiamino.
PS: Ringrazio di cuore gli amici e benefattori americani che mi hanno donato uno stupendo set ortopedico per piccole ossa, parecchi fissatori esterni e del prezioso cemento osseo antibiotico (nella foto).
Fr Beppe
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