martedì 20 agosto 2019

Lavorando per rendere l'ospedale accessibile a tutti

Tra ieri e oggi, oltre alle ore spese in sala operatoria ed in reparto, sono stato impegnato a lungo in consultazioni con i responsabili dell'amministrazione.
Questo ospedale ha grossi problemi economici (derivanti soprattutto dal passato) e quindi si era pensato di aumentare i prezzi per risolvere il buco di bilancio.
La scelta è in sè comprensibile ma le conseguenze non sono state quelle desiderate, e l'ospedale in qualche modo si è trovato sull'orlo del baratro.
Presentando le mie umili argomentazioni, ho oggi ottenuto una riduzione dei prezzi molto significativa nell'ambito di chirurgico.
I prezzi degli interventi erano alti soprattutto per il fatto che per il passato si doveva sempre pagare (saporitamente!) un chirurgo esterno che venisse ad operare. Non c'era infatti un chirurgo residente.
Inoltre a lui si doveva dare una percentuale per i suoi strumenti chirurgici, dato che in sala non trovava nulla che gli permettesse di operare.
Nel caso dell'ortopedia si doveva poi pagargli i chiodi, le placche e le viti...e sappiamo quanto siano costosi!!!
Il costo della chirurgia a Matiri era quindi alto, ma onestamente non molto rimaneva all'ospedale dopo aver pagato specialista, strumentario e materiale ortopedico.


Ora in qualche modo abbiamo riassemblato dei set chirurgici, raccogliendo ferri qua e là nei magazzini...non certo ferri belli; sicuramente non molto funzionali, carenti di molte cose, ma comunque sufficienti per uno che si adatta come il sottoscritto.
Chiodi e placche ci vengono al 100% dai donatori italiani e statunitensi (Sign, Luciano, Avis for Kenya, Luigi Prosperi).
Il chirurgo è qui tutti i giorni e non percepisce alcuno stipendio dall'ospedale.
Tutti questi risparmi di spesa ci permettono di applicare da oggi prezzi molto più abbordabili anche per i poveri.
Oggi sedevo nell'ufficio della matron e con lei ho fatto il lavoro di mandare a casa coloro che fino a ieri erano qui dopo la dimissione perchè non riuscivano a pagare.
Scrivere 20, laddove per il passato era scritto 70 (unità di misura fasulla per far capire il range di riduzione), ha permesso a molti di andare a casa senza grosso stress finanziario.
A quelli che proprio non potevano pagare nulla abbiamo detto che qualche buon samaritano dall'Italia ci aiuterà a coprire l'ammanco, ed anche lui è andato con intervento fatto e con tutti i farmaci.
La mia idea fissa, il mio chiodo in testa se vogliamo, è quello di abbassare i prezzi e di avere più pazienti, perchè questo porterà alla fine anche a risorse economiche sufficienti per l'ospedale, non taglierà fuori i poveri ed incoraggerà anche i donatori a darci una mano economica per chi non può pagare.
Quasi a conferma del fatto che questa via è quella giusta, alla fine di questo lavoro di dimissione in gruppo, io e la matron ci siamo trovati davanti il caso di una povera donna con frattura di radio e ulna...e totalmente squattrinata.
La paziente ci ha detto che altrove le avevano chiesto 400 euro solo per acquistare le placche. Ma noi le placche le abbiamo (ne abbiamo ricevute molte anche ieri da Avis for Kenya), e quindi faremo l'intervento senza pesare economicamente su questa persona povera.
Sono stanco. Il lavoro di ufficio non mi piace; le riunioni ancora meno...ma la causa è giusta e nobile.
E ringrazio di cuore Padre Emilio e tutta l'amministrazione dell'ospedale per il grande dono che oggi hanno fatto a me ed a tanti poveri con i nuovi prezzi per la chirurgia.
Domani in sala lavorerò con maggior impegno e con motivazioni rafforzate.
Lo scopo della nostra azione sanitaria è infatti quella di essere sempre a servizio dei poveri. Questa è la mia scelta di vita ed in questo credo con tutte le mie forze.

Fr Beppe


1 commento:

  1. Bravissimo Beppe questa strategia sarà vincente Io prego per te marialina

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Grazie per il commento.

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