mercoledì 24 maggio 2023

ERA OTITE

Ivonne ha pochi mesi ed è arrivata in condizioni estreme dovute ad una
malattia febbrile molto severa.
Era stata ricoverata in un dispensario rurale ed era stata sotto
chinino endovena per vari giorni senza mai migliorare.
La febbre superava i 40°C, e questo portava a frequenti convulsioni
febbrili. La mamma era venuta a Matiri perchè disperata, in quanto non
vedeva alcun miglioramento della sua bambina, sempre più prostrata e
grave.
Alla prima visita, quello che mi ha colpito fortemente è il fatto che
Ivonne, nonostante il febbrone che durava da giorni, non fosse in
coma: "se fosse malaria, a quest'ora ci saremmo dovuti aspettare un
interessamento cerebrale!"
Lo stato di coscienza e l'assenza di rigidità nucale mi portavano in
qualche modo ad escludere anche la possibilità di meningite;
nonostante tutto, abbiamo fatto una puntura lombare, e, come
prevedibile, abbiamo ricevuto un esito negativo.
L'auscultazione del torace pareva abbastanza indifferente e non mi
ricordava certo una polmonite.
Con difficoltà ed usando un guanto di lattice attaccato con cerotti al
bacino della piccolina, abbiamo raccolto pure un campione di urina,
che escludeva in modo chiaro che si trattasse di infezione delle vie
urinarie.
L'emocromo era accettabile, ma con una importante elevazione dei
valori dei globuli bianchi neutrofili: "questa bimba ha un'infezione,
ma non so dove... per l'appendicite mi sembra troppo piccola, e la
palpazione dell'addome pare normale".
Con il senno di chi non sa contro cosa sta sparando, e proprio per
questo spara a ventaglio, ho lasciato il chinino in vena (anche con un
testo antimalarico negativo), ed ho aggiunto del Rocephin alla
terapia. Per le convulsioni mi sono affidato ai soliti Phenobarbitone
e Diazepan. Inoltre ho insistito sulla reidratazione endovena.
Non avevo grosse speranze di cavarci un ragno dal buco, in quanto
brancolavo davvero nel buio... ed invece Ivonne ha cominciato a
migliorare decisamente.
Pian piano si è sfebbrata, ha cominciato a nutrirsi al seno con
crescente vigore e le convulsioni sono diminuite fino a scomparire.
La mamma era raggiante ed io stesso ero molto felice; solo che non
avrei saputo dirle quale fosse la patologia della figlia, nè avrei
potuto indicare il farmaco che aveva salvato la vita della piccola.
Poi, questa sera durante la visita serale del dopo cena, la mamma mi
ha fatto vedere del pus che fuoriusciva dall'orecchio destro della
bimba: ho preso l'otoscopio ed ho guardato attentamente. Si trattava
di una otite media purulenta che aveva ora provocato la perforazione
del timpano, permettendo al pus di fuoriuscire.
"Che stupido che sono stato a non pensarci! I bambini non ti possono
dire dove hanno male... e chissà che dolore avrà avuto Ivonne a
quell'orecchio!".
E' stato quindi ancora una volta il Rocephin a fare il miracolo.
Ho aggiunto delle gocce di Ciproxin localmente ed un brevissimo corso
di steroidi in vena, al fine di aiutare il timpano a richiudersi senza
complicazioni. Ho anche pensato di sospendere il chinino che ora
avevamo già praticato per sette giorni.
Ivonne mi ha insegnato un'altra lezione di vita e di Medicina:
dobbiamo sempre guardare le orecchie dei bambini piccoli, quando hanno
febbre alta e convulsioni, perchè potrebbe essere otite.
Presto Ivonne andrà a casa, e ne sono felice.

Fr Beppe

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