sabato 5 novembre 2022

Trentun anni da medico e venticinque di Kenya

Oggi ho ripensato un attimo al giorno della mia laurea, con il cuore pieno di riconoscenza e con un misto di sensazioni che mi aiutano a ricordare vari aspetti di questa splendida professione e missione.
Era il 5 novembre 1991, quando qualcuno ha pronunciato la frase fatidica che mi ha dichiarato dottore in medicina e chirurgia.
Di acqua ne è passata tanta sotto i ponti...tante cose sono cambiate da allora; soprattutto sono cambiato io, e non solo perchè sono più vecchio di 31 anni!
La giornata di oggi è iniziata presto in sala operatoria. Oggi è sabato ed il Dr Winters è a Matiri. Con lui si opera tanto e si imparano sempre cose nuove.
Che bello arrivare alla soglia dei 61 anni e potersi sentire ancora come uno specializzando che vuole e deve imparare tante cose nuove, per servire gli altri sempre meglio e sempre di più!
Celebrare questo trentunesimo anniversario di laurea con cinque interventi andati bene, mi ha galvanizzato e mi ha fatto pensare che nei prossimi 31 anni avrò ancora tantissimo di apprendere.
Oggi è andato tutto bene in sala e ne ringrazio il Signore.
Ovviamente in 31 anni di pratica medica non è stato sempre così: quante sconfitte, quante volte ha vinto la morte, lasciandomi devastato; quanto dolore condiviso ed anche provato insieme ai miei malati ed ai loro familiari!
Sì, 31 anni di traguardi raggiunti, di nuove tecniche apprese e messe in pratica, di prestazioni cliniche sempre più elevate ed avanzate; ma anche 31 anni di sconfitte e di dolore vero e profondo, soprattutto di fronte alla morte.
E poi tanto lavoro: oggi è stato uno di quei sabati terribili in cui si esce di sala operatoria davvero stanchi. Avresti voluto staccare un po’ la spina, ma non ci sei riuscito perchè i bisogni sono sempre
tanti.
Pure questo aspetto ha avuto il suo senso nella celebrazione feriale del mio anniversario da medico.
Se penso al tempo trascorso in Africa (25 anni!!!), ma anche a quello precedente in Italia, è stato sempre caratterizzato da tantissimo lavoro, da innumerevoli sacrifici, da tanta dedizione al paziente e da
una sincera donazione personale.
Fatica, impegno e sacrificio...elementi davvero importanti nella "missione" di un medico che è sempre chiamato a vivere la propria professione come un servizio all’umanità sofferente.
Ora è ormai giunta la sera.
Le luci in sala operatoria sono al momento spente. La sala parto è vuota. I reparti sono pieni, ma i malati sono tranquilli.
Provo a fare un bilancio di questi 31 anni, e non trovo altro da fare che ringraziare il Signore per tutto quello che mi ha donato in tale lungo periodo di continua crescita professionale e di innumerevoli
soddisfazioni; quello che sono diventato come medico e come chirurgo (qualcuno dice che sono un medico a 360 gradi) è certamente dono Suo, dono accolto con riconoscenza e fatto fruttificare con un sincero e quotidiano impegno personale.
La giornata di oggi (vorticosa, esilarante per molti aspetti, entusiasmante per i nuovi traguardi che ancora mi si presentano, ed allo stesso tempo triste e depressa per gli eventi di morte che caratterizzano la vita in ospedale) è per me un’occasione grande di rendimento di grazie.
Grazie al Signore per il dono della vita e della salute, che posso mettere a disposizione degli altri: invecchio, ma sto bene e le forze per adesso tengono bene.
Grazie a tutti i volontari che hanno visto in me dei talenti che neppure sapevo di avere, e che hanno voluto investire in me e credere nelle mie potenzialità umane e professionali. Sono stati loro a rendermi quel medico tuttofare che sono diventato pian piano nel corso degli anni. Loro sono stati i miei mentori.
Oggi è stato un giorno assolutamente feriale e lavorativo esternamente, ma è anche stato un giorno di gioia semplice e profonda nel segreto del mio cuore.

Fr. Beppe Gaido

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