Evans si è morsicato la lingua accidentalmente cadendo a terra; un taglio profondo e abbondantemente sanguinolento, come spesso accade sulla lingua.
Siccome Evans è ancora piccolo e non può sopportare un'anestesia locale, lo addormentiamo con ketamina e facciamo una buona sutura: l'emorragia sembra essersi fermata, e tutti sono contenti..
La giornata continua convulsa come sempre, e ci dimentichiamo di Evans.
L'indomani mattina però la nonna chiama di nuovo: il piccolo è infatti un orfano e non ha la fortuna di avere la mamma ricoverata con lui in pediatria!
Mi fa vedere la bocca del bambino, ed io rimango sconvolto da quello che vedo: un coagulone enorme gli riempie totalmente la bocca, mentre rivoli di sague scorrono ai due lati delle labbra.
"Che strano! Avevamo suturato con attenzione!"
Addormentiamo nuovamente il bimbo e notiamo che i punti sono in sede, ma dai buchi causati dall'ago fuoriesce un gemizio continuo di sangue.
"Come sono le piastrine?"
"Sono normali, ed anche l'INR è basso: il bambino non pare scoagulato".
Cuciamo di nuovo, cercando di stringere di più i punti di sutura.
Nuovamente l'emorragia sembra arrestata definitivamente.
Nel frattempo l'emoglobina scende al vertiginoso livello di 2.8 grammi.
Fortunatamente abbiamo un po' di sangue in emoteca, e trafondiamo.
Dopo la prima trasfusione otteniamo un'emoglobina di 3.5 grammi, e quindi decidiamo di ripetere la trasfusione anche l'indomani.
Prescriviamo anche farmaci procoagulanti e facciamo al piccolo paziente un carico di vitamina K, per aiutare i processi coagulativi.
Stasera però la sua bocca è nuovamente piena di un coagulone grosso e nero, e di nuovo esce sul cuscino sangue rosso misto a saliva.
"Si deve trattare di una patologia della coagulazione che non riusciamo a diagnosticare...forse emofilia o qualcos'altro. Ho parlato con la nonna e lei mi ha detto che non ha soldi per andare da un ematologo a Nairobi. Per altro anche il sangue in emoteca è ora finito e non so come faremo domani se l'emoglobina sarà ancora più bassa di oggi".
La nonna, che da un po' mi spia, mentre mi agito attorno al letto del piccolo e controllo il flusso della trasfusione, all'improvviso mi chiede in kimeru: "guarirà?"
Io mi sento come smascherato e la guardo per un po' in silenzio; poi le rispondo con onestà, nel mio povero Kimeru: "solo Dio lo sa!"
Fr Beppe Gaido
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