venerdì 31 luglio 2020

I giorni dello sciopero

Sono per me sempre un'esperienza speciale.
Non voglio dire che io sia contento dello sciopero, perchè certamente i malati ne stanno soffrendo, e questo non va bene. Però, essere aperti ed a totale disposizione quando altri ospedali sono chiusi, rimane per me un'esperienza molto gratificante e piena di forza autorigenerante.
E' come se nei giorni dello sciopero la mia adrenalina sia alle stelle. ho una marcia in più.
Vedere il parcheggio dell'ospedale pieno di ambulanze. Passare per il corridoio dell'ambulatorio e vederlo affollato di barelle su cui giacciono persone fratturate in attesa dell'aiuto che posso loro dare, mi dà la capacità di cancellare la stanchezza, anche se di notte mi hanno chiamato per un cesareo.
Sapere che i pazienti vengono da molto lontano, mi aiuta ad essere più cordiale con loro ed a dare loro più attenzione. Ovviamente prego che lo sciopero finisca, ma sono contento della risposta che possiamo dare proprio ora a tanta gente.

giovedì 30 luglio 2020

Incontentabili

Questo è a volte il sentimento che mi assale, con una punta di scoramento, quanto davvero ti sacrifichi dal mattino alla sera per i pazienti, e poi, invece di un grazie, ti ricevi una lista di lamentele. E' normale in questi giorni lavorare tantissimo .
Operiamo dal lunedì al sabato e magari anche la domenica mattina. Altra cosa piuttosto costante in questo periodo è di non riuscire a finire la lista operatoria, vuoi perchè gli interventi sono tanti; a volte si complicano e diventano più lunghi del previsto, e vuoi per le innumerevoli emergenze che si intrufolano e ci sballano i piani di lavoro.
Ieri sera è successa ancora una volta una scena molto frequente che mi pesa molto sul cuore ogni volta che capita. Avevamo operato tanto ed i casi erano andati tutti bene: avevamo anche salvato la vita di una persona con una gravidanza extrauterina, che ovviamente non era in lista ma aveva avuto precedenza assoluta all'intervento.

L'altra faccia della medaglia

Ieri riflettevo sul nostro quotidiano impegno per la vita e sul fatto che l'ostetricia è in sè entusiasmante, gratificante ed anche un'esperienza spirituale di partecipazione all'opera creatrice di Dio.
Quante volte però il nostro sforzo per promuovere la vita incontra quell'insuccesso e quel fallimento estremo che è la morte!
Visitare un bambino con febbre altissima e convulsioni; impostare tutte le terapie che conosci e che hai a disposizione; vedere la faccia della mamma che certamente spera da te la guarigione, anche se a stento trattiene le lacrime, mentre ti esprime i sintomi e la situazione clinica del figlioletto...e poi venire a sapere da altri membri dello staff che quel bimbo è andato in Paradiso e che la mamma disperata ha deciso di non rimanere un minuto in più in ospedale e si è fatta dimettere all'istante...eppure hai fatto tutto quello che potevi per quella creatura; gli hai dato le medicine che ritenevi efficaci, in scienza e coscienza, e lo sai che in tante altre occasioni la stessa terapia aveva fatto il miracolo ed il bambino era guarito. 

martedì 28 luglio 2020

Mi sono commosso

Sono le 21 ed abbiamo un cesareo.
Meglio adesso che più tardi, viste le mie condizioni di stanchezza.  Oggi è stato un continuo ripetersi di nuovi ricoveri, quasi tutti ortopedici, a motivo dello sciopero nella Contea di Meru.
Si tratta di un distress fetale in donna con pregresso cesareo. Mentre la accompagno al lettino operatorio, inizio a conversare amichevolmente, come faccio di solito, sia per sdrammatizzare, e sia per mettere la mamma a suo agio prima della spinale.
Tanto per parlare, chiedo alla giovane mamma di dove sia. Mi risponde che viene da Meru.
"Una bella distanza", penso tra di me senza commentare. Poi, mentre la faccio accomodare sul lettino, le domando in quale ospedale abbia fatto il cesareo precedente.
Di solito lo chiedo tanto per sapere se mi devo aspettare complicazioni, conoscendo più o meno come si lavora qua e là.

lunedì 27 luglio 2020

Sciopero


Le strutture ospedaliere della Contea di Meru oggi sono entrate nuovamente in sciopero per una contingenza sindacale. Già da oggi abbiamo visto un incremento di pazienti, pur essendo Matiri parte di un'altra Contea dove non ci sono scioperi. La nostra ambulanza oggi ha fatto la spola tra qui e Meru per accogliere pazienti fratturati che venivano dimessi dal grande ospedale pubblico.

Siamo lontani da Meru, ma vogliamo essere vicini a tutti i malati che non ne sanno nulla delle vertenze sindacali e che hanno bisogno dei nostri servizi.
Matiri in poche ore ha saturato tutti i letti disponibili. La mia lista di pazienti da operare mi fa piangere pur avendo operato anche ieri e questa notte)... ed è oggi già lunga quanto due pagine di quaderno. La mia capacità operatoria è limitata, a causa dello scarso personale di sala e di sterilizzazione: riesco a fare 4 interventi al giorni e non di più.
Ma devo mantenere la calma e pensare che pian piano, quattro e magari anche cinque al giorno, opererò tutti.

domenica 26 luglio 2020

Emergenza domenicale

Anche oggi abbiamo dovuto rispondere urgentemente ai problemi di una giovanissima ragazza con addome acuto. Si trattava di una peritonite con volvolo ed occlusione intestinale.
Avrei dovuto essere libero ma questa situazione mi ha obbligato a tornare in sala subito dopo messa. Quasi tre ore di intervento! Abbiamo liberato le aderenze, abbiamo derotato il volvolo ed ora la ragazza e' tranquilla e speriamo fuori pericolo.
Questa e' la mia missione, la mia vocazione. Spero che  questa ragazza ce la faccia. Mi sento felice perche' per adesso tutto sembra andare per il meglio. Non cerco altro! Solo aiutare chi e' nel bisogno! Se la mia vita serve a questo, io ne sono contento e penso di non essere vissuto invano. 
Non avro' giorni liberi...solo ore per tirare il fiato.
Ma sono contento cosi'.
Per Cristo e per i poveri a tempo pieno.
Pregate per questa giovane di appena 15 anni.

Fr Beppe


Politraumi

In questi ultimi due giorni i casi più impegnativi sono stati quelli in cui abbiamo dovuto fronteggiare situazioni difficili, con pazienti plurifratturati ed in condizioni generali instabili. A rendere tutto più difficile è stata la carenza di sangue e l'ansia che ne derivava nel dover affrontare chirurgie ad alto rischio, con la banca del sangue vuota.
La situazione più stressante è stata quella di un politrauma con frattura di entrambi i femori e con addome acuto da rottura di milza. Per quest'ultima siamo intervenuti ieri notte, appena dopo il ricovero, lavorando tra l'una e le quatto e mezza del mattino. Non potevamo aspettare, altrimenti il paziente sarebbe morto di anemia. Ora il paziente è in prima giornata post'operatoria.

venerdì 24 luglio 2020

Pazienti dal Nord

Questa mattina ho operato un femore di un paziente inviatoci da Sololo, che è praticamente quasi al confine con l'Etiopia. Ho in reparto un caso di neoplasia che viene da Garissa, sulla via che conduce in Somalia.
Sono in attesa di un'ambulanza che mi porterà due fratture nel cuore della notte. Sono appena partiti da Marsabit...anche in questo caso, una città molto lontana, nel profondo Nord, sulla strada per l'Etiopia.
Martedì scorso ho operato un giovane pastore Rendille che veniva da Laisamis ed era stato attaccato da un bufalo. Sono frequenti i pazienti che vengono (soprattutto per fratture) da queste terre lontane, isolate e molto povere nel Nord del Kenya. 



giovedì 23 luglio 2020

Riconoscenza


Oggi il cuore è pieno di riconoscenza al Signore per le meraviglie che quotidianamente opera per noi.
Prima di tutto Lo ringraziamo per il dono della vita: quanti non sono riusciti ad arrivare fino ad oggi. Noi invece ci siamo e siamo forti ed in salute.
Siamo riconoscenti a Dio per i miglioramenti di questo piccolo ospedale rurale che stanno andando piano piano, grazie all’impegno delle Associazioni di sostegno e volontariato, oltre che di tanti volontari ed amici che continuamente ci vengono in aiuto:  la nuova lavatrice è già stata consegnata e stiamo ultimando l’installazione.


mercoledì 22 luglio 2020

Una reminiscenza biblica

Camminare per strada in questi giorni secchi è a volte impegnativo.
Nelle ciabatte ti entra una polvere fitta e tagliente che ti dà subito una spiacevole sensazione di caldo insopportabile ai piedi.
Negli occhi la stessa polvere brucia ed infastidisce: ti senti avvolto nella nebbia, soprattutto se ti sfreccia vicino una macchina incurante del polverone che solleva.
Respirare è talvolta difficile; provi a chiudere la bocca e a respirare con il naso, ma poi quasi subito ti viene da sternutire e riempi il fazzoletto di un muco più ocra della terra stessa.
Ieri, tornando dalla messa in parrocchia, e sperimentando ancora una volta questa polvere rossa che non ci lascia mai, quasi impercettibilmente ho avuto un flash back ed ho ripensato ad esperienze vissute o nelle baraccopoli di Nairobi, o in certe periferie di Mombasa, oppure anche in certi slum vicini a Meru: mi sono rivisto davanti gruppi di "street boys" che rovistano tra le immondizie, frammischiati ad adulti che dal ciarpame della discarica
cercano di recuperare qualcosa da vendere...che pena vedere esseri umani che lottano coi cani randagi per strappare alle discariche qualcosa da mangiare!

martedì 21 luglio 2020

Emorragia post partum

Sono le 21.30; Mary ha appena dato alla luce un bellissimo bambino ed è estremamente felice. Tutto sembra normale, ma in un attimo le cose precipitano: un’emorragia post-partum così severa che il lettino ed il pavimento diventano quasi subito un lago rosso.
La donna tenta di alzarsi senza il nostro permesso e cade sul pavimento svenuta.
Non c’è tempo da perdere. La soccorriamo immediatamente, rimettendola in barella.
L’ago cannula ci sembra troppo piccolo per darle liquidi a go-go, ma fortunatamente non è così difficile reperire due grossi accessi venosi. Infondiamo soluzioni saline ed ossitocina.
La sediamo per poter eseguire una buona visita ginecologica: fortunatamente non è una lacerazione cervicale!
Saranno dei prodotti di concepimento ritenuti!
Eseguiamo una revisione della cavità uterina. Ne fuoriescono quantità inverosimili di enormi coaguli...credo che in pochi minuti abbia perso almeno due litri di sangue. Troviamo anche delle membrane e dei piccoli residui di placenta che forse hanno causato l’atonia uterina responsabile di una emorragia tanto massiva.

lunedì 20 luglio 2020

I miei ritmi di lavoro

Sono ritmi che con il passare dei mesi si sono fatti via via pi intensi: ormai comincio al mattino alle 8 dopo la messa quotidiana e finisco la sera tardi, senza soluzione di continuità ed ormai senza una vera pausa pranzo: qualche boccone trangugiato in fretta e furia, prima di ritornare a quel rullo compressore che sono i pazienti ambulatoriali.
La cosa che pesa un po’ non è neppure il monte ore di lavoro, quanto piuttosto il fatto che i ritmi siano molto intensi e la gente voglia sempre tutto e subito: fare un intervento chirurgico è senza dubbio anche bello; ti riempie di soddisfazione e ti dà anche una buona scarica di adrenalina, ma, tra un’operazione e l’altra, ci vorrebbe un momento di stacco, anche per conservare la lucidità mentale necessaria per il prossimo paziente.
Invece, dalla sala si deve correre in ambulatorio e cercare di visitare quanti più pazienti ti sia possibile, prima di essere chiamato per il prossimo caso chirurgico...e normalmente i pazienti non sono pazienti affatto e si lamentano che hanno aspettato troppo, che vengono da lontano.
L’ambulatorio in sè è stressante, perchè ti puoi trovare davanti sia pazienti molto gravi che clienti psicosomatici e rompiscatole, sia persone molto rispettose e piene di gratitudine, come altre spocchiose e piene di pretese.

domenica 19 luglio 2020

Grande soddisfazione

Antony e' arrivato a Matiri dieci giorni fa. Era semicosciente, con una brutta frattura di femore e di tibia. 
Inoltre aveva il volto sfigurato da varie lacerazioni che tra l'altro gli avevano staccato mezzo labbro inferiore. 
Era un pedone, ed e' stato investito da un veicolo che poi si e' dato alla fuga. Era giunto in ospedale grazie al buon cuore di un camionista che lo aveva trovato sulla strada e che lo aveva caricato nel cassone dell'automezzo e portato in ospedale.
Quella notte avevamo agito subito per l'emergenza, suturandogli il labbro al fine di permettergli di nutrirsi. 
Gli avevamo estratto alcuni denti penzolanti che altrimenti avrebbero potuto causargli problemi se li avesse deglutiti.
Per le fratture lo abbiamo portato in sala l' indomani ed abbiamo operato con due chiodi endomidollari.
Stamattina, quando e' andato a casa non lo riconoscevo neppure. Il suo volto non era piu' gonfio. Il labbro era guarito bene. Ed il paziente camminava abbastanza spedito, nonostante le stampelle.
E' sempre commovente quando un paziente che pensavi addirittura non ce l'avrebbe fatta, alla fine va a casa ristabilito.

Oggi è stata una giornata di emergenze

Abbiamo soccorso una donna con un femore maciullato dopo caduta dal mototaxi: intervento molto difficoltoso per le condizioni pessime di quell'osso.
Ci siamo poi dedicati ad un povero bambino di 13 anni a cui il padre ha quasi amputato la mano destra, sotto i fumi dell'alcool. 
Gli abbiamo dovuto mettere dei fili di sintesi per ricostruirgli le falangi. Poi abbiamo riparato i suoi tendini flessori. Pensiamo di avergli fatto un bel lavoro ed abbiamo fiducia che quella mano la userà di nuovo.
E' poi arrivata una bambina di sei anni: aveva una frattura del collo del femore dopo caduta da albero. Siamo riusciti a farle una bella osteosintesi con viti cannulate.
In serata ho ricevuto un bimbo di sei mesi da Mandera: la sua famiglia è di fede musulmana. Il bimbo pare occluso: provo a trattarlo con terapia medica durante la notte, ma se non migliora, domattina dopo la Messa, lo operiamo. 
Salvargli la vità è un imperativo categorico, anche di domenica!

venerdì 17 luglio 2020

Matiri traumatologica

E' un flusso continuo di fratture, ormai anche da molto lontano.
Operiamo quasi sempre fratture e solo occasionalmente altre patologie.
Certamente i cesarei non mancano.
Ogni tanto facciamo una isterectomia.
Questa settimana abbiamo avuto una mastectomia ed in quella a venire avremo una prostatectomia ed un'ernia.
Ma la vera emergenza continua a Matiri sono gli incidenti della strada, i bambini caduti dagli alberi, gli anziano che cadono in casa e si rompono il collo del femore.
I set ortopedici non bastano mai.
Quando li usiamo, sono sempre roventi perchè appena usciti da un altro ciclo di sterilizzazione.
Anche le emergenze notturne non sono più solo cesarei.
Mi capita spesso di essere svegliato per un bambino con una lussazione di gomito che non può attendere l'indomani, o per una frattura esposta in cui bisogna urgentemente lavare, disinfettare e suturare per coprire l'osso prima della fissazione interna.

giovedì 16 luglio 2020

La donazione

Mi commuove vedere l'ospedale strapieno, anche in questi giorni, nonostante le fobie che il COVID ha creato (la gente teme gli ospedali e pensa che essi siano un posto dove prendersi il coronavirus?.
Mi tocca il cuore vedere gente che viene da molto lontano sia per cure mediche che chirurgiche, dicendo che di noi si fida ciecamente e che le nostre terapie sono le migliori perchè le pratichiamo con scienza, coscienza e tanto amore per il prossimo.
Oggi un paziente mi ha fatto un bellissimo commento, dicendo che la gente apprezza la mia dedizione e la mia passione per i malati.
In Africa puoi davvero donare te stesso fino all'ultima goccia delle tue energie, e "fino al sacrificio della vita".
Questa possibilità di donarsi in maniera direi totale ed assolutamente illimitata dovrebbe di per sè essere per tutti noi una ragione sufficiente per tantissima gioia: quanti nel mondo possono dire di aver la possibilità di fare quello a cui davvero aspirano con tutto il cuore? Quanti medici hanno la possibilità di esprimere la propria professionalità a 360 gradi come noi? Quanti alla sera possono andare a letto dicendo a se stessi: "oggi non ho rimpianti perchè ho dato tutto quello che potevo e più di così non posso fare"?

mercoledì 15 luglio 2020

Emergenza lavanderia

Da sempre sopravvivevamo in lavanderia con due lavatrici assolutamente insufficienti per i fabbisogni di un ospedale in crescita.
Una terza e vecchia lavatrice è risultata irreparabile già al mio arrivo l'anno scorso, per cui è sempre stata solo un mobile inutile.
Le lavatrici funzionanti hanno lavorato in continuazione, per tutti questi mesi, e certamente al di sopra delle loro possibilità.
Nell'ultima settimana entrambe le lavatrici hanno cessato di funzionare, e siamo in attesa di parti di ricambio che dovrebbero arrivare da Nairobi.
Per ora si lava a mano ed il personale non ce la fa a star dietro ai bisogni dei pazienti, per i quali a volte dobbiamo usare biancheria lavata ed ancora umida. 
Non avere una lavatrice espone certamente il personale della lavanderia a molti più rischi professionali.
Speriamo comunque di risolvere alla radice questo problema con una nuova e grande lavatrice industriale, pur riparando le due piccole ora in uso.

martedì 14 luglio 2020

Dopocena pediatrico

Stasera l'ambulatorio pullula di casi pediatrici.
Tra tutti sono particolarmente due quelli che mi hanno colpito.
Il primo è quello di un bimbo di circa 3 anni, ustionato su tutto l'addome. E' stato veramente duro medicarlo, anche dopo sedazione.
L'ustione è molto estesa sull'addome e sulla schiena, pur non essendo molto profonda.
Ora il bimbo è ricoverato e medicato.
Dopo gli analgesici è calmo e dorme tra le braccia della mamma.
Si è tirato addosso una pentola di acqua calda, mentre cercava di arrampicarsi sul tavolo.
Sarà un ricovero lungo, ma penso che con antibiotici e medicazioni, il bimbo si riprenderà.
Il secondo caso è raccapricciante. Un altro maschietto di circa 3 o 4 anni. Un vicino di casa squilibrato lo ha assalito sessualmente con un coltello e gli ha rimosso tutta la pelle del pene..
Non è stato possibile suturare perchè la cute rimossa non c'è più.
Anche questo povero piccolo paziente era in preda a tanto dolore e lo abbiamo sedato per la medicazione.

lunedì 13 luglio 2020

Arrivati i chiodi di Sign

Non ho parole per esprimere la mia riconoscenza al Dr Lewis Zirkle ed a tutta la grande famiglia Sign, per avermi nuovamente inviato uno  scatolone con tantissimi chiodi endomidollari e viti, oltre ad alcuni strumenti ortopedici che l'usura aveva rovinato.
Grazie a Sign che crede in me e che mi sostiene in tantissimi modi, non solo con l'invio dei preziosi infissi ortopedici.
Un grazie altrettanto grande lo esprimo a Fr Giancarlo che ha seguito le peripezie del pacco dagli USA fino a qui.
Giancarlo mi sostiene con questo prezioso servizio di sdoganamento dei chiodi ed a lui esprimo pubblicamente la mia fraterna gratitudine.
Ero agli sgoccioli con i chiodi di Sign, visto il grande numero di interventi che facciamo.
Con questo nuovo arrivo di materiale chirurgico-ortopedico mi sento nuovamente abbastanza attrezzato ad affrontare la marea di fratture che si rivolgono a noi ogni giorno, e che noi cerchiamo di operare nel più breve tempo possibile.

domenica 12 luglio 2020

Domenica tranquilla

Oggi pomeriggio mi sono riposato. Ho visto vecchi amici e mi sono rinfrancato di una settimana difficile di lavoro.
Riprendo domani con rinnovato impegno.
Oggi voglio lasciare solo un saluto ed augurare a tutti una buona settimana, ricordandovi nella mia povera preghiera.
Stiamo lavorando alla stesura di un altro libro sulla attivita' missionaria in Kenya. 
Non sappiamo ancora quando sara' pronto, ma siamo abbastanza avanti. 
E' diverso dagli altri e spero che lo leggerete in molti. Anche questo sara' un bel modo di sostenere Matiri. 
Per adesso non vi dico altro, per non rovinare la sorpresa.
Un abbraccio

Fr Beppe


sabato 11 luglio 2020

Un anno

Il tempo passa veloce ed a volte lentissimo, ma l'11 luglio 2019 alle 15,30 del pomeriggio sono entrato ufficialmente a Matiri come membro dello staff. 
E' passato un anno: a volte pare una eternità, ed altre volte sembra ieri.
Il giorno prima avevo incontrato il Vescovo nel suo ufficio, e mi aveva dato il mandato di cercare di risollevare le sorti di questo ospedale in declino.
Dodici mesi sono passati e di impegno ne ho messo molto.
Tantissime sono ancora le cose da migliorare a Matiri, e certamente bisogna crescere ancora molto per poter essere un buon ospedale, un ospedale funzionale e all'avanguardia per il servizio dei poveri.
Ma dobbiamo ammettere che tante cose sono comunque già cambiate: i reparti sono pieni, la gente viene da molto lontano, nonostante la assoluta mancanza di mezzi di trasporto, operiamo sei giorni alla settimana con seduta ordinaria e siamo sempre aperti per le emergenze chirurgiche. La maternità, prima deserta, ora brulica di partorienti.

venerdì 10 luglio 2020

Il parto a casa

E’ ancora molto frequente nei villaggi.
Le complicazioni di questa pratica sono moltissime, ma oggi condivido con i lettori quella che più frequentemente osserviamo nel nostro ospedale.
Si tratta della placenta ritenuta.
E’ abbastanza frequente ricevere una donna che ha partorito a casa con successo, ma che non è riuscita a secondare la placenta. 
Si tratta di una complicazione molto rischiosa per la vita della partoriente, in quanto una placenta ritenuta può causare perdite ingenti di sangue in pochi minuti: ciò significa che una donna che magari è già relativamente anemica a causa di una splenomegalia o di una malaria ricorrente, può raggiungere livelli di emoglobina pericolosi per la vita in pochissime ore.
L’arrivo in ospedale è spesso ritardato da vari fattori, come per esempio le condizioni delle strade, o la disponibilità di un matatu che possa trasportare fin qui la donna. In genere passa parecchio tempo dal parto al ricovero.
Sempre quindi la placenta ritenuta post-partum è un’emergenza: si tratta di reperire immediatamente un accesso venoso per infondere liquidi e farmaci di rianimazione, al fine di contrastare lo shockemorragico; celermente bisogna poi sedare la paziente per poter procedere alla rimozione manuale della placenta ed alla revisione della cavità uterina, al fine di bloccate la perdita di sangue. 

giovedì 9 luglio 2020

Grazie a Fr. Giancarlo

Uno dei grandi sforzi che sto facendo è quello di far ripartire l'odontoiatria a Matiri.
Non abbiamo un dentista al momento, e giornalmente sono io ad occuparmi delle estrazioni man mano che i pazienti arrivano.
Solo al sabato abbiamo un dentista che può fare cure canalari e prevenzione con detartrasi. Può anche organizzare per qualche dentiera e dente artificiale.
Il grande problema che mi sono trovato davanti è stato quello della grande insufficienza di strumentario per le estrazioni.
Devo agire con pochi strumenti e sovente non c'è neppure il tempo di sterilizzare, a meno di far aspettare i pazienti moltissimo.
Ieri ho ricevuto da Fr Giancarlo un buon numero di pinze per estrazione dentaria e di elevatori, che aumentano di gran lunga le mie possibilità di lavoro in sicurezza nel campo odontoiatrico.
Ringrazio di cuore Fr Giancarlo che mi ha donato strumenti che a Chaaria non venivano usati e che qui sono utilissimi.

mercoledì 8 luglio 2020

Difficile dare una risposta...

Oggi una persona mi ha chiesto a bruciapelo che cos'è la cosa che mi piace di più fare in ospedale.
E' stato difficile per me rispondere rapidamente perchè l'ospedale è la mia vita ed onestamente in esso mi piace un po' tutto.
Certamente in questo momento la chirurgia mi attrae molto di più che la medicina interna: sarà perchè in sala ho rapporti con meno persone; sarà perchè lo staff della sala è meno numeroso; sarà perchè ad operare sai bene cosa devi fare, hai delle manualità da applicare e degli schemi di azione precisi.
Forse sarà anche perchè spesso hai la percezione palpabile di aver fatto qualcosa di importante: facciamo l'esempio di un cesareo urgente per un distress fetale. Ricevi in sala una mamma esausta ed in preda al dolore e la riporti fuori dalla sala rilassata e sorridente, dopo aver accolto la nuova vita che si era portata in grembo per nove mesi.
Metti anche un addome acuto: il paziente entra con rischio di morte imminente, e poi va a casa guarito dopo una settimana dall'intervento.
La Medicina Interna è molto più complessa: spesso ci mancano gli strumenti diagnostici per capire bene cosa stia succedendo al paziente; sovente poi abbiamo di fronte situazioni complesse, con problemi multipli e talvolta insolubili. 

martedì 7 luglio 2020

Vorrei avere 100 braccia per servire tutti i poveri e i malati del mondo (San Camilo de Lellis)

Carissimi,
ho deciso di scegliere questo titolo, perchè è una frase stupenda, una in cui mi trovo perfettamente a mio agio e che costituisce per me non un ideale raggiunto ma una tensione quotidiana. 
Anche io come San Camillo vorrei avere 100 mani perchè mi rendo conto che i bisogni sono così tanti che spesso due non bastano.
Vorrei avere un cuore più grande, perchè a volte mi sento meschino e non so ascoltare con la dovuta attenzione, non so dimenticare me stesso per fare spazio agli altri nel bisogno, divento nervoso e irritabile quando il lavoro mi soverchia. 
Desidererei essere capace di dormire solo due ore per notte su una sedia, come faceva il Cottolengo, per essere sempre pronto alla chiamata dei suoi poveri... ma poi mi rendo conto che non ce la faccio, che spesso ho un senso di rifiuto verso i pazienti, che vorrei essere ascoltato piuttosto che ascoltare sempre e solo i problemi degli altri. 
Comunque è importante tenere alti gli ideali e ringraziare che ci siano giganti come San Camillo o come il Cottolengo che ci stimolano a non essere mai soddisfatti di noi stessi, e ci ripetono: “...più cuore in quelle mani, fratello!”

Fr Beppe


lunedì 6 luglio 2020

Andata in cielo

Non ricordo neppure il suo nome.
So che era ricoverata da noi fino ad una settimana fa.
HIV positiva in stadio quasi terminale, presentava dei grossi linfonodi laterocervicali che ne cambiavano l'aspetto, rendendolo in qualche modo grottesco e spiacevole.
Avevamo fatto prima un'ecografia del collo e poi un'agobiopsia ecoguidata.
Da una parte speravamo che fosse tubercolosi, perchè questo sarebbe stato l'unico caso in cui avremmo potuto somministrare una terapia gratuita i cui i risultati sono in genere incoraggianti.
Dall'altra però temevamo un linfoma o addirittura un sarcoma nasofaringeo, che da noi è molto frequente come tumore opportunistico nei sieropositivi.
Dopo la biopsia, avevamo prescritto la terapia antiretrovirale per la nostra paziente.
Siccome i tempi di attesa per il risultato della biopsia (che mandiamo a Meru) sono di circa 10 giorni, avevamo deciso di mandarle a casa la donna, con il progetto di chiamarla nuovamente non appena avessimo ricevuto il risultato dell'istologico.

domenica 5 luglio 2020

Qualcosa ancora riesco a fare!

Antonio (nome fittizio) e' arrivato a Matiri dopo essere passato e non assistito in un altro ad una distanza di circa 150 chilometri da noi.
Ha una frattura di tibia, dopo essere stato coinvolto in un incidente di motocicletta.
Ha solo 17 anni, ed era il passeggero di un mototaxi.
La cosa che ha subito allarmato il clinical officer dell'ambulatorio e' stato il fatto che la gamba fosse estremamente gonfia ed assolutamente fredda. Le dita del piede stavano diventando violacee e non sentivamo polsi periferici.
Mi hanno chiamato di notte e non abbiamo perso tempo. Siamo corsi in sala ed abbiamo fatto una fasciotomia d'urgenza. Non potevamo aspettare il mattino seguente. Abbiamo avuto esperienze simili in passato e purtroppo abbiamo dovuto amputare giovani di 15 o 16 anni...fortunatamente non per colpa nostra ma per ritardi di trasferimento da altre strutture.
La nostra fasciotomia e' stata ampia e bilaterale.

sabato 4 luglio 2020

Il nostro grazie aall'Associazione A.V.I. Montebelluna

Di cuore ringraziamo la suddetta associazione che con grande generosità ha donato al nostro ospedale:

A) due bellissimi carrelli per la distribuzione della terapia nel nuovo reparto chirurgico
B) 40 aste per flebo che sono già state montate ai letti
C) Una barella per il trasporto dei pazienti dal reparto alla sala operatoria e viceversa.

Della barella non ho ancora la foto perchè è stata importata ed ancora bloccata in aeroporto, ma appena possibile pubblicherò le immagini.
Sono commosso e sinceramente riconoscente al Presidente Francesco Tartini, ai membri del Consiglio ed a tutta la Associazione per il sostegno che ci danno e per la grande fiducia nei miei confronti.
Il nuovo reparto è pieno, ed ogni giorno cerchiamo di renderlo ancora più accogliente e funzionale.

venerdì 3 luglio 2020

Gravidanza extrauterina

Oggi la giornata è stata intensa, quasi insostenibile, ma l’emergenza un po’ speciale è stata quella di una gravidanza tubarica.
E’ una complicazione frequente ed a volte non facile da diagnosticare.
A volte la presentazione è subdola e la diagnosi ti può “scappare”, per cui bisogna sempre tenere in mente questa possibile diagnosi in tutte le giovani donne in età fertile.
Il caso di cui vi voglio parlare è uno di quelli in cui fortunatamente abbiamo fatto la diagnosi in tempo, ma sarebbe bastato un nulla per combinare un disastro.
La paziente era infatti stata ricoverata con diagnosi di disturbo epilettico di recente insorgenza: l’infermiere che l’aveva visitata era stato colpito dal fatto che la donna avesse frequenti perdite di coscienza, febbre e dolori addominali. 
Non lamentava perdite ematiche genitali, non aveva saltato alcun ciclo mestruale e negava di essere incinta.
Il collega aveva quindi pensato ad una malaria complicata che causasse delle crisi epilettiche.

giovedì 2 luglio 2020

Il tubo di Celestin

Abbiamo un sacco di tumori dell'esofago in questa parte del mondo.
La ragione non la conosciamo bene, anche se abbiamo cercato di studiarla, raccogliendo dati, studiando e pubblicando un articolo scientifico uscito sull' East African Medical Journal (EAMJ) nel 2018.
Spesso i pazienti vengono in ospedale troppo tardi e per loro non è possibile fare un granchè.
Muoiono presto e soprattutto muoiono male perchè non riescono a nutrirsi, non possono bere e alla fine non ingeriscono più neppure la saliva.
Qualcuno vive un po' più a lungo, quando si può instaurare chemio o radioterapia, ma molti non possono accedere a tali servizi per motivi economici.
Quello che per molti riusciamo a fare è un intervento palliativo in cui inseriamo un tubo rigido attraverso il tumore e dilatiamo quindi l'esofago.
Ovviamente questo intervento non rimuove il tumore, ma permette al paziente di nutrirsi per il tempo che ancora il Signore gli concede di vivere.

mercoledì 1 luglio 2020

Tiroidectomia

Si tratta sempre di un intervento molto ansiogeno, da fare all'inizio della giornata e poi da controllare sovente per le possibili complicazioni.

Oggi comunque è andato tutto bene.

La paziente è ora sveglia, il dolore è sotto controllo, e soprattutto parla: non le ho quindi leso il ricorrente.

Si trattava di un grosso gozzo in paziente con molte patologie associate. 

Avevamo tutti paura, compreso l'anestesista, ma ci siamo riusciti.

Sono molto riconoscente al Signore che anche oggi mi ha aiutato, nonostante lo strumentario non certo all'altezza e nonostante nuovo personale in sala operatoria.

fr Beppe

POST IN EVIDENZA

MI E' TORNATO ALLA MENTE UN SALMO

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